Non ci basta mai...

Continua la campagna di marketing del libro di Aldo Schiavone sui destini della sinistra, in cui invita (sai la novità...) ad abbandonare una prospettiva socialista di qualunque genere, fino alla damnatio memoriae del termine stesso. Ma, naturalmente, ai suoi esegeti neoliberali, neppure questo basta. Recensendolo sul Corriere di oggi, Antonio Polito (un altro ex comunista, manco a dirlo...), così scrive: “Intendiamoci, una nuova “terza via” è sempre meglio della vecchia “via al socialismo”. Ma forse sarebbe più semplice accettare i formidabili vantaggi che il sistema di produzione capitalistico offre in termini di produzione della ricchezza, e provare a riformarlo “eticamente”, nel senso dell’uguaglianza”.

Francamente, non riusciamo a comprendere cosa Polito intenda con “riforma etica” del capitalismo (una formula così vuota, da ricomparire immancabilmente in occasione di ogni crisi del capitalismo) e a chi si rifaccia come modello: San Francesco? Lutero? La San Vincenzo e le dame di carità?.

Qualche dubbio (e qualche certezza) però ci rimane. Queste: “E’ utopia l’andar cianciando di morale, di autonomia spirituale, di doveri, di adesione e rispetto al metodo democratico, a chi versa nella miseria e riesce a malapena, con un lavoro logorante e abbruttente, a soddisfare i bisogni primari della vita. Conditio sine qua non è la conquista permanente di un grado relativo di benessere. Tutto cozza contro la miseria. La miseria è la gran nemica, né più né meno come la ricchezza privilegiata. Le plebi miserabili furono sempre serve dei potenti. La fame equivale a sordità morale e gli appelli moralistici si risolvono fatalmente in prediche (...) L’emancipazione o sarà integrale - corpo e anima - o non sarà” (Carlo Rosselli, Socialismo liberale)