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Democrazia: la via maestra del socialismo

Pubblicato: 14-01-2024

La lezione di Karl Kautsky

Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale il pensiero di Karl Kautsky venne sottoposto ad una feroce critica da Rosa Luxemburg e da Lenin che ritenevano Kautsky colpevole di voler difendere la democrazia parlamentare borghese. Ma anche i socialimperialisti tedeschi criticarono il filosofo ritenendolo incapace di comprendere la necessità e la missione della guerra nazionale.

Nell’epoca in cui le posizioni si presentavano così radicali il pensiero del filosofo tedesco rappresentava una novità rivoluzionaria.

Nel 1917 Kautsky aderì al Partito Socialdemocratico Indipendente a cui aderirono personaggi come Rosa Luxemburg , Mesring, e Clara Zettkin, Ledelour e Hasse.

Kautsky dovette combattere contro le posizioni degli spartachisti e i Nokse teorizzando una ripresa produttiva fondata sul confronto fra le due classi all’interno di una Repubblica democratica che doveva servire alla ricostruzione dell’unità del proletariato tedesco al fine della presa del potere da parte di quest’ultimo per la costruzione di un governo socialista cui doveva seguire una graduale socializzazione dell’economia. 

Inizialmente Kautsky si mostrò favorevole rispetto alla rivoluzione d’ottobre e   alla presa del potere da parte dei bolscevichi, ma poi rimase deluso dall’evoluzione degli avvenimenti e dalle iniziative dei bolscevichi contrarie al suo modo di intendere il socialismo.

Le sue posizioni espresse sui libri “La dittatura del proletariato” del 1918 e “Terrorismo e Comunismo” del 1919 gli valsero l’epiteto di “rinnegato” da parte di Lenin e Trotskij.

Per  Kautsky non si può giungere al socialismo se manca la democrazia che  nella visione Kautskiana era una democrazia compiuta, intesa come Stato basato sulla rappresentatività, sul suffragio universale, sulla  pluralità dei partiti. Nel suo saggio “La dittatura del proletariato Kautsky scriveva  “Il socialismo non è pensabile senza democrazia. Per socialismo moderno noi intendiamo non soltanto un’organizzazione sociale della produzione, ma anche un’organizzazione democratica della società, perciò il socialismo per noi è indissolubilmente legato con la democrazia non esiste socialismo senza democrazia.” Per Kautsky la dittatura del proletariato così come descritta da Karl Marx era basata su strumenti che erano la conseguenza di una volontà della maggioranza del corpo sociale che non poteva corrispondere alla dittatura del proletariato intesa in senso leninista che invece presupponeva sistemi polizieschi e l’uso del dispotismo come sistema di governo.

Nel libro “Terrorismo e comunismo” precisò, facile profeta, che il bolscevismo era destinato a diventare un regime governato da una minoranza di privilegiati politici armata contro la maggioranza succube. Lo stalinismo per Kautsky divenne la prova concreta della sua teorizzazione.

Il bolscevismo viene definito “una tirannide mostruosa.”

Per Kautsky la classe operaia tedesca era troppo forte perché potesse succedere quello che era successo in Italia con la presa del potere da parte dei fascisti. Il fallimento dell’esperienza rappresentata dalla Repubblica di Weimar e l’ascesa del nazismo convinsero il teorico marxista che lo scopo della lotta contro il nazismo doveva essere il ripristino della legalità democratica quale punto di partenza per arrivare al socialismo senza passare per una “dittatura marxista”.

“Dove perdiamo la democrazia, il nostro dovere più importante è quello di riconquistarla.” Dopo la guerra porto le sue teorie all’estrema conseguenza criticando Marx esponendo le sue critiche nel libro del 1921 “la rivoluzione del proletariato e il suo programma.” Nel libro veniva spiegato che non era accettabile la teoria della distruzione dello Stato Parlamentare e l’abolizione della separazione dei poteri che invece Marx aveva indicato come obbiettivi da raggiungere nei suoi scritti sulla Comune di Parigi.

Giustificando l’esperienza ella socialdemocrazia tedesca Kautsky sosteneva che erano maturi i tempi per l’accettazione dei governi di coalizione come formula intermedia fra governi del capitale e governi socialisti.

Ciò a cui bisogna spirare, diceva Kautsky, è una società senza classi, ma non senza Stato, cioè uno Stato sociale basato su una democrazia senza classi ma organizzato sul piano del lavoro e dell’organizzazione amministrativa da lui definito “Lo stato del futuro”.

Beppe Sarno

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