Critica Sociale - Portale della Rivista storica del socialismo fondata da Filippo Turati nel 1891
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UN MOVIMENTO PER IL SOCIALISMO

Pubblicato: 20-01-2024

Senza socialismo democratico nessuna vera democrazia 

Noi, socialisti che animiamo “Critica Sociale”, invitiamo i gruppi, le associazioni, le riviste, le singole persone desiderose di impegnarsi, le studentesse e gli studenti, le lavoratrici e i lavoratori, le iscritte e gli iscritti al sindacato ad unirsi in un movimento PER IL SOCIALISMO, in questo periodo storico in cui la mancanza di una forte presenza socialista deve suscitare allarme.

Iniziativa di “Critica Sociale”

 

Senza socialismo democratico nessuna vera democrazia 
Noi, socialisti che animiamo “Critica Sociale”, invitiamo i gruppi, le associazioni, le riviste, le singole persone desiderose di impegnarsi, le studentesse e gli studenti, le lavoratrici e i lavoratori, le iscritte e gli iscritti al sindacato ad unirsi in un movimento PER IL SOCIALISMO, in questo periodo storico in cui la mancanza di una forte presenza socialista deve suscitare allarme. Non solo, infatti, la regressione di diritti e di partecipazione è ormai scandalosa, ma è palese che fra le sue cause c’è l’assenza di socialismo organizzato. Su questo occorre un ragionamento chiaro, basato su due constatazioni:

1) anche una democrazia avanzata, finché il capitalismo rimane non solo presente, ma dominante, degrada nell'elitismo. Sta accadendo a tutte le democrazie europee ed occidentali, e probabilmente uno dei casi maggiori è l’Italia. Non si tratta di sradicare il mercato, ma di sottolineare che senza una democrazia fortemente influenzata da principi socialisti (quella dell’articolo 3 della costituzione) la logica del profitto invade ogni ambito della vita. 

2) La presenza di un movimento per il socialismo democratico è indispensabile perché nessun’altra cultura politica ha così fortemente realizzato il processo inverso: è la democrazia, non il profitto, che deve invadere ogni ambito della vita. A cominciare dal lavoro, il luogo in cui ognuno si guadagna la vita, e in cui ogni cittadino ha diritto di non retrocedere a semplice manodopera sostituibile. 

Il caso più allarmante, ma è solo un esempio, è la sanità: Sia i suoi assistiti, sia i suoi lavoratori sono privati di diritti. Infatti, sempre svilimento del lavoro e peggioramento delle prestazioni si abbinano nella distruzione di ogni servizio pubblico. È un punto fondamentale da cui innescare una reazione: occorre denunciare che chi vuole l'arretramento della sanità pubblica vuole la contrazione dell’aspettativa di vita di grandi masse. Chi vuole questo non è un modernizzatore ma un avversario. 

 

Rifiutare le manipolazioni, distinguere fra alleati e avversari 
Questa distinzione porta anche a distinguere chi vuole più socialismo da chi semplicemente è passato per un’organizzazione socialistaCi sono modi infallibili per distinguerli: per esempio la manipolazione del “socialismo liberale”.
Chi vuole più socialismo sa cosa diceva davvero Rosselli: solo il socialismo può realizzare la democrazia, cioè quei diritti progressivi presenti anche nel liberalismo. La democrazia senza socialismo invece si riduce, come oggi, ad alcune libertà insufficienti in una società alla fine insostenibile. 
Chi vuole più socialismo sa che più eguaglianza significa più mobilità sociale, ovvero l’unica vera eguaglianza di opportunità. Chi manipola il socialismo liberale si concede a ricchi centristi, e propaganda la retorica del merito decisa dal duo capitalismo-profitto.
Chi vuole più socialismo sa che la vera democrazia è soprattutto partecipazione popolare e anche conflitto sociale. E non si accontenta di elezioni sempre più disertate, che si svolgono con leggi incostituzionali e che violano il diritto di voto dei cittadini. 
Chi manipola il socialismo liberale, come gli elitisti considera con disprezzo “i populisti”. Chi invece vuole più socialismo sa che la democrazia elitista produce reazioni di disprezzo e protesta da comprendere e recuperare.
Chi vuole più socialismo non vuole un partito classistama vuole certo un partito della classe lavoratrice, cioè un laburismo delle classi medie e proletarie dipendentiche senza diritti paritari verso il capitale perdono anche la gran parte dei propri diritti di cittadiniChi manipola il socialismo liberale predica che non esistono più le classi, nascondendo che la politica classista oggi la fa chi sta in alto, anche se fonda partiti personali di centro. 
Chi manipola il socialismo liberale crede nel mito del capitalista creatore di ricchezza, con qualche lieve correzione sociale. Chi vuole più socialismo, invece, sa dalla propria storia che la migliore ed unica efficienza economica discende dall’ impedire al capitale di competere sfruttando.

 

Un vero internazionalismo 
Secondo alcuni difendere la democrazia è combattere tutte le guerre con il blocco occidentale, senza se e senza ma. Per loro la missione del socialismo democratico coincide con l’atlantismo acritico. Chi vuole più socialismo invece sa, con Palme, Brandt e la tradizione socialista italiana, che la sicurezza o è costruita e condivisa da tutti o non esiste per nessuno. Quindi la democrazia avanza con un nuovo ordine internazionale, non con l’espansione neoliberale e militare dell’Occidente in atto dagli anni 1990. La NATO è un sistema di difesa ma non può essere l’esportatore della democrazia, né possono esserlo le menzogne di Bush e Blair che producono stragi e alimentano il fondamentalismo. Né può esserlo una politica mediterranea squilibrata, che denuncia il fondamentalismo islamico ma non le sue cause, e dimentica decenni di violenza ed apartheid in Palestina. 

 

Manca, in questo scenario, l’antagonista socialista.
Una scomparsa che molti danno per definitiva.
Noi no. Noi scommettiamo sul suo futuro. E contiamo sul vostro impegno individuale e collettivo come primo passo per la ricostruzione di un movimento socialista nel nostro paese.

 

Per aderire a questo documento inviare una email a criticasociale1891@gmail.com

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