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Ciao Intini, socialista galantuomo

Pubblicato: 13-02-2024

Si è spento a Milano a 82 anni lo storico direttore dell'Avanti!

Ugo Intini è stato uno dei protagonisti della storia del socialismo della fine del secolo scorso. Ha saputo essere attivo e combattivo nella lotta politica così come un eccellente giornalista storico ed un intellettuale.

La sua formazione politica fu di Chiara ispirazione nenniana, cresciuto nella Milano degli anni 60 si avvicinò al Partito Socialista nella federazione di ispirazione turatiana che aveva visto alla propria guida personalità eclettiche della politica cittadina e lombarda fra i quali Ezio Vigorelli e Guido Mazzali intellettuali a cavallo fra letteratura e nuove professioni come la pubblicità.

Fu Antonio Natali a “reclutarlo” per le pagine milanesi dell’Avanti! Per poi presentarlo a Bettino Craxi i leader degli autonomisti milanesi ed incontrare durante la campagna elettorale referendaria del 74 il vecchio Pietro Nenni.

Intini non entra nelle grazie non solo del gruppo dirigente del partito milanese che da li a poco costituirà il grumo principale della svolta del Midas, ma la sua attività giornalistica che andrà consolidandosi nel tempo lo consacrò come persona di valore intellettuale anche al di fuori del suo ambito socialista. Il partito lo volle alla direzione de “Il lavoro” a Genova, il giornale che vide la guida di Sandro Pertini, in attesa successivamente di divenire il Deputato Socialista della Città.

Ritornato a Roma dopo un breve periodo di interim con il segretario del partito assunse la guida piena dell’Avanti! Dalle pagine dell’organo socialista non soltanto egli accompagnò tutta la traiettoria del nuovo corso ma si intestò nobili battaglie su tutte l’azione politica intrapresa durante il caso moro per contenere l’offensiva del cosiddetto fronte della fermezza e parimenti fu decisiva la sua azione politica e giornalistica affinché potesse essere liberato il giudice Urso per il quale l’avanti! aprì le sue pagine per ospitare un delirante comunicato dei suoi rapitori. Intini non arretrò di fronte alla provocazione dei magistrati di Milano che egli fortemente criticò per aver commesso vistose omissioni nelle indagini contro gli assassini di Walter Tobagi il giornalista cattolico e socialista a cui Ugo era legato.

Un pensiero politico sobrio ed ordinato quello di Ugo Intini una disciplina che gli era derivata dal professionismo giornalistico ed un periodare asciutto il suo che non lasciava spazio a tanti fronzoli, a tanti elementi barocchi che pure la politica del tempo conteneva. Voleva essere utile al nuovo corso socialista raccontandolo per quello che era e facendo la sua parte dalla trincea di combattimento dell’Avanti!

Per questo a volte appariva aspro nella polemica ma sempre preciso e acuto nelle osservazioni, manifestando verso gli avversari sempre rispetto e civiltà politica d’altri tempi.

Come Craxi fu leale e fedele non abbandonando Nenni dopo la scissione del 1969 così Intini alla scomparsa annunciata del Psi ebbe a dichiarare: “io rimango con Bettino”;

E cercò di sopravvivere all’ondata del nuovismo provando a raccontarlo ed a demolirne le ragioni più che a tentare una difesa patetica e non comprensibile del

Passato ad una ragionata critica del presente; la falsa rivoluzione italiana poggiava su dei presupposti fragili e le menzogne del rinnovamento italiano contribuirono ad un processo di “privatizzazione della politica” così come Ugo Intini aveva già ben descritto agli inizi degli anni 90. Quello che stava avanzando nelle società anglosassoni a causa dell’aggressiva globalizzazione economica avrebbe finito per stravolgere i sistemi democratici. Aveva una idea chiara e semplice della politica Ugo Intini che scriveva: “La politica può essere chiara se ci si attiene ai fatti che, come diceva Nenni, hanno la “testa dura”. E se dietro le argomentazioni ci sono principi, valori, convinzioni ideali e morali profondamente radicate: quanto conferisce dignità al confronto, riconcilia l’opinione pubblica con i partiti, misura la statura dei leader politici”

Non sopportava per questo i demagoghi, i politici di plastica, i giornali “irresponsabili” conducevano campagne demolitrici. Nel 1992 indubbiamente vinsero loro, assimilarono i paesi sorretti da partiti democratici nell’Europa occidentale all’Europa dell’est oppressa e soffocata dai regimi comunisti e fu così che anche per Intini ci fu una lunga e dolorosa separazione dalla politica attiva e dal giornalismo. dopo anni di lotta in comune e separati per la rinascita socialista ci ritrovammo per ventura dapprima in parlamento e successivamente assieme al governo della Repubblica alla Farnesina nella seconda esperienza di Romano Prodi. Ritrovai Intini che era stato il portavoce del partito, la “penna di Craxi” come veniva definito al mio fianco o per meglio dire io al fianco suo, e non erano cambiate le nostre convinzioni, ma era cambiata la nostra vita ed un filo di tristezza percorreva sempre nei suoi discorsi, mai nostalgici o rivendicativi sempre rivolti ad un futuro possibile, sempre riferito alle generazioni nuove affinché assumano la responsabilità e l’impegno di proseguire la storia socialista.

Questo è l’impegno che Intini, assieme a Nenni, il più importante giornalista socialista, consegna a tutti noi.

Bobo Craxi

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