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Fondi per la cultura, l'orso De Luca trasforma la Campania nella ex Ddr

Pubblicato: 21-04-2023
Fondi per la cultura, l'orso De Luca trasforma la Campania nella ex Ddr

Mentre gli italiani si interrogano se abbattere o meno l’orsa assassina, nelle praterie napoletane si aggira un altro pachiderma non meno pericoloso di quello trentino.  Non è stato impiantato dalla Slovenia ma ha ugualmente ripopolato la fauna selvatica dei politici nazionali. Da anni questo signore, grazie ad una marea di voti, a politiche clientelari e ad appoggi influenti – a cominciare dal Partito Democratico – fa il bello e il cattivo tempo in alcuni territori campani; prima nel salernitano di cui è stato sindaco per decenni poi lasciando suo figlio ed altri famigli ad eseguire gli ordini; poi da quasi dieci anni alla presidenza della Regione Campania, alla quale si appresta,  tra timidi mugugni del suo Partito, a ripresentarsi per un terzo mandato. Ma poiché con la nomina della Schlein la poltrona scricchiola (ma mica tanto) , ecco che allora bisogna ricordare, a chi avesse qualche titubanza, chi comanda.  E cosa c’è di meglio per rimettere tutti in riga, che schiaffeggiare come accadeva al povero Pasquale di Totò, la negletta cultura, piccola animella insicura che sta sempre sotto lo schiaffo del potere? Così, il nostro Vincenzo De Luca (lui è, ovviamente), ha pensato bene di impartire un sonoro ceffone al Teatro Stabile di Napoli, alias Mercadante, tagliandogli nientedimeno che due milioni di euro, somma che in parte doveva servire per la rassegna estiva a Pompei Teatrum Mundi e in parte per mantenere lo stato di Teatro Nazionale faticosamente conquistato dal teatro napoletano. La mossa – sulla pelle del malcapitato direttore Roberto Andò (nella foto) - non è stupida e rischia di prendere non due piccioni ma almeno tre: primo, il Ministro della Cultura Sangiuliano uno dei principali soci dello Stabile che ha nominato  pochi giorni fa nel cda il coreografo Luciano Cannito e che probabilmente mira ad occuparne - dall’alto di via del Collegio romano- la presidenza lasciata vuota dalle dimissioni di Cafiero De Raho; non solo, Pompei è una platea cara al ministro che già si è recato lì ad inaugurare la Casa dei Vettii e a parlare di  Pompei come “asset strategico”; certamente per una eventuale sua candidatura di là da venire (ma non tanto lontana) a prendere il posto di De Luca alla Regione; quindi il sindaco Manfredi, altra vittima designata del pachiderma di Santa Lucia,  che cerca di muoversi autonomamente e di sostenere, nonostante le scarse risorse comunali, il teatro emblema della città teatrale; infine, terzo ma non ultimo piccione, lo stesso Teatrum Mundi che, con opportuna manovra ricattatoria, potrebbe passare al più contiguo direttore del Napoli Teatro Festival. Insomma l’operazione è davvero selvatica perché oltre a muoversi sulla pelle di direttori e registi, mette a rischio lo Stabile napoletano e complica la vita a Sangiuliano che non può elargire risorse ad un teatro Nazionale sic et simpliciter,  considerati gli altri teatri analoghi nel paese, dal Piccolo di Milano al Veneto, al Teatro di Roma. La situazione, oltre a lasciare esterrefatti per il varco di una soglia sempre più alta di sopraffazione che calpesta ogni elementare regola di bon ton istituzionale, fa amaramente comprendere quanto il gioco del potere sia divenuto destabilizzante. Non solo per il mancato rispetto della cultura che è davvero un asset strategico del paese, (come ha appena dichiarato Mattarella al Padiglione Italia) ma per l’estrema violenza di alcuni personaggi che in nome di risorse pubbliche vogliono impossessarsi di istituzioni culturali. Personaggi di cui, a quanto pare, nessuno osa fermare con autorevole fermezza, la deriva. Il commissario del Pd, appena nominato per mettere ordine nello sfigurato partito democratico campano, ha balbettato una flebile solidarietà a Manfredi; quindi Sandro Ruotolo ha parlato di offese irricevibili e di piena solidarietà ad Andò.  “Il cda del Mercadante ha tuonato De Luca- è composto da 5 unità, la Regione ha un solo rappresentante e quindi siamo in minoranza. Nonostante tutto siamo l'ente che finanzia di più, avevamo proposto 2 milioni e 50mila euro, più di tutti gli altri enti, quindi è vergognoso che si faccia una polemica in queste condizioni. La Regione Lombardia stanzia per la Scala di Milano 1,8 milioni di euro, noi 2 milioni e 50mila euro per il Mercadante. C'è gente abituata al parassitismo che ha perso il senso della realtà. Chi polemizza con la Regione oltre a essere un cafone è anche un idiota. Il risultato finale è che abbiamo risparmiato pure questi due milioni di euro, perché la Regione non finanzia cafoneria». Dopo queste parole ci sarebbe da fare una sola cosa, chiedere le dimissioni del Presidente della Regione; ma nessuno ha il coraggio di abbattere l’orso che continua a scorrazzare nei boschi campani, pronto ad azzannare chi oserà mettersi sulla sua strada.

Luciana Libero

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